martedì 13 gennaio 2015


L’INTERVISTA

di Maria Savova e Bruno Ferrone

A grande richiesta questo mese abbiamo intervistato per voi il Prof di francese, Natale Mucerino. La redazione è stata sommersa di domande su di lui, segno evidente del profondo affetto e della stima che nutriamo per il nostro“Professeur”!
Riassumiamo per voi le parti più significative della nostra chiacchierata.


Professore, quando avete capito che volevate fare l’insegnante nella vostra vita?
L’ho capito nel 1976. Quell’anno ebbi tre possibilità di lavoro: una al Comune di Marigliano come impiegato, un’altra come traduttore al Mercato Comune Europeo e fui nominato a Biella come insegnante. Tra le tre cose ho scelto la terza e non me ne sono mai pentito.
Nella vostra carriera avete mai insegnato qualche altra materia oltre il francese?
La mia prima materia di insegnamento è stata inglese, ma io mi sento un francesista nato per cui col tempo ho optato per la mia materia di laurea.
Com’era questa scuola quando siete arrivato qui? Cosa ricordate?
Ho tanti bellissimi ricordi di quel periodo… Quando sono arrivato qui, ho trovato un ambiente completamente diverso rispetto a Biella, il luogo dove ho iniziato la carriera di insegnante e dove ho lavorato per alcuni anni. Questa scuola era grandissima, avevamo i doppi turni. Io ero finito nelle sezioni M e L e, soprattutto all’inizio, mi sentivo un po’ disorientato. Soltanto grazie all’aiuto di bravissimi colleghi, molto accoglienti e pazienti, e del Preside De Spirito sono riuscito ad ambientarmi in breve tempo. 
Insegnare è un po’ come combattere con gli alunni. In questi anni pensate di avere ottenuto più vittorie o più sconfitte?
Decisamente più vittorie. Io penso che il rapporto con i ragazzi sia bellissimo. Ci sono dei momenti di difficoltà, di incomprensione, ma se un professore fa il proprio dovere con dedizione, con impegno e con serietà, alla fine poi vince sempre…

Infine molti ragazzi volevano sapere quali sono i ricordi più belli della vostra infanzia….
Negli anni Cinquanta i bambini crescevano in modo molto diverso rispetto ad oggi. Noi avevamo più verde a disposizione e per trascorrere in modo lieto la mezza giornata dopo la scuola bastava una bicicletta, un pallone e un pezzettino di campo.

Al termine dell’intervista abbiamo avuto una sorpresa: è entrato un tipo che si spacciava per il VERO PROF Mucerino!! Entrambi tifavano per la stessa squadra di calcio, la Juventus! E si muovevano e parlavano allo stesso modo!
In realtà era il nostro compagno Bruno che si burlava di noi, facendo una perfetta imitazione del Prof…
È stata una bellissima esperienza, certamente da ripetere, perché ci ha fatto conoscere meglio uno dei nostri professori. A questo punto non ci resta che sperare che l’intervista sia piaciuta anche al Prof….

Dalla redazione è tutto! Alla prossima, ragazzi!!
L’editoriale
...Non importa quanto corri, ma quanto cuore metti in campo...
di Valeria Liguoro

“Non importa quanto corri, ma quanto cuore metti in campo”: questa è una celebre frase di Messi (il calciatore del Barcellona vincitore del pallone d’oro) che sta a significare che più della vittoria conta il modo con cui la si raggiunge.
Ad esempio per un calciatore non è tanto importante aver fatto un goal ma la gioia che ha provato, il tipo di allenamento che ha sostenuto per arrivare a quei livelli, gli infortuni superati e la soddisfazione dei tifosi. Ma spesso accade che i ragazzi facciano sport senza provare alcun divertimento e senza sentirsi realmente gratificati.
Alcuni, per esempio, vengono pressati dai genitori che forse vogliono realizzare i propri sogni mancati attraverso i figli e da allenatori che li incitano a vincere a tutti i costi. Per questo, molti giovani vedono lo sport come un obbligo, dal quale non riescono a sottrarsi e lo vivono come se fosse una sfida contro gli altri e se stessi. Non bisogna dimenticare che per un ragazzo lo sport è anche motivo di socializzazione, conoscenza, crescita e formazione del carattere. Infatti chiunque pratica uno sport, impara a stare in un gruppo, a rispettare delle regole comuni e condividere con gli altri giocatori momenti belli e brutti. Inoltre alla base del gioco ci deve essere sempre il rispetto verso i compagni di squadra e verso l’avversario.
Praticando uno sport, un ragazzo dovrebbe imparare ad accettare la sconfitta, l’esclusione da una partita e l’eventuale superiorità dell'altro.
Concludo con una frase di Papa Giovanni Paolo II: “L'atleta vero è colui che tra le righe del suo impegno, della sua passione, del suo successo ha valori che fanno grande non solo un atleta, ma l'uomo stesso”.

POSTER REALIZZATO 
PER IL CONCORSO MOMENTI DI SPORT


CLASSE II G- SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

FOTO SCATTATA NEL CAMPETTO DELL’I.C.S. 
GIAMPIETRO-ROMANO 
PER IL CONCORSO MOMENTI DI SPORT

CLASSE II A - SCUOLA SECONDARIA PRIMO GRADO

lo sport nell'arte
A cura della III C
      Il rapporto tra arte e sport, già noto in Egitto, divenne importantissimo in Grecia: gli atleti, infatti, furono uno dei temi preferiti dagli artisti. Ricordiamo in particolare lo studio di Policleto per la realizzazione del suo Doriforo e quello di Mirone che diede vita al Discobolo. Il Doriforo è una scultura bronzea dell’artista Policleto risalente al 450 a.C., in piena età classica. La miglior copia, marmorea, è conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e fu realizzata presumibilmente tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C. L'opera raffigura probabilmente il “pelide” Achille, famoso per le sue grandi doti fisiche, in grado di eccellere nella corsa e nel combattimento con la lancia.
  Un altro importante esempio del rapporto tra arte e sport fu il Discobolo, opera realizzata da Mirone nel 455 a.C. originariamente in bronzo. Oggi è visibile in copia marmorea al Museo nazionale romano. L’atleta è raffigurato nel momento in cui il suo corpo sta per lanciare il disco dopo aver radunato tutta l’energia e la concentrazione necessarie.   
L’ESPERIENZA AL RICOVERO DELLA PROVVIDENZA


Oggi, 12 Dicembre 2014, siamo andati a fare visita ad alcuni vecchietti che sono ospiti del Ricovero della Provvidenza. Prima di arrivare lì, avevo già immaginato tutto… Stando con questi nuovi “amici” e giocando a tombola con loro, ho pensato che deve essere brutto non avere nessuno della famiglia che possa prendersi cura di te e che è bello che ogni tanto qualcuno ti venga a trovare. Dai sorrisi che ho visto sui loro volti mi sono accorta che è stato un bel momento non solo per noi, ma anche per loro. Marika Mennella


Non avevo mai visto il Ricovero all’interno, ma lo immaginavo un posto buio, piccolo e brutto.  Poi ho capito che, al contrario, è luminoso, grande e bello. Mi sono seduto accanto a un signore di nome Ciro. All’inizio non sapevo se parlare con lui o stare zitto, ma dopo cinque minuti gli ho chiesto il suo nome e così abbiamo iniziato a conversare. Poi ho conosciuto gli altri anziani.. In mezzo a loro non mi sentivo a disagio…
Francesco Cantore

Ho fatto conoscenza con una vecchietta di nome Nunzia che ci ha raccontato la sua vita: ha 94 anni, è nata in Sardegna ed è vissuta lì per molto tempo, quando aveva un marito e ricamava. Quando siamo andati via, io e alcuni miei amici abbiamo promesso alla signora Nunzia che la andremo a fare visita ogni mese. Francesca Normale


Sono stata molto felice di questa esperienza al Ricovero della Provvidenza! Ho parlato con tutti gli anziani e ho chiesto loro molte cose della loro vita. Poi abbiamo giocato a tombola tutti insieme, scambiandoci regalini e infine abbiamo mangiato i dolci preparati dai nostri genitori. 
Giusy D’Urzo
La raccolta alimentare 
(1-5 Dicembre 2014)

     In occasione del Natale la scuola ha organizzato un concreto gesto di solidarietà: tutte le classi della scuola secondaria di primo grado hanno contribuito a una raccolta di generi alimentari da devolvere alla Caritas della Chiesa di Sant’Antonio di Padova. A quest’attività hanno  partecipato anche i genitori. È stato un momento di vero altruismo  e ognuno di noi ha donato qualcosa con il cuore. Speriamo che in futuro si facciano sempre manifestazioni di solidarietà come questa perché non c’è cosa migliore al mondo che rendere felice qualcuno anche se con poco.

Salvatore Cuomo II A
La settimana Telethon

       Ogni anno la nostra scuola partecipa alla iniziativa Telethon allestendo un mercatino dove si vendono materiali da riciclo. Tutto il ricavato viene dato in beneficenza. Quest’anno la I B, assieme alle Prof Pasqua e Del Gatto, ha realizzato oggetti utilizzando la tecnica della “pittura su vetro”. Prima abbiamo disegnato oggetti sulla carta mozzarella e li abbiamo usati come modelli da ricalcare con il piombo, poi li abbiamo lasciati seccare e infine li abbiamo dipinti con la pittura per vetro. Dopo la cottura sono stati esposti al mercatino prenatalizio… Sono andati a ruba!! 
Ci siamo divertiti un mondo e abbiamo imparato una nuova arte!

Annapia, Daniele, Giulia, Mariafrancesca

I B 
The Story Of… Happy days - A new musical

     On 5th December we enjoyed the musical Happy Days– A new musical.
It is about the young boys and girls in the 50s.
The main character is Richie Cunningham. He lives in Milwaukee with his family and friends.
His best friend Fonzie is a mechanic and has got a garage near the Cunningham’s house.
All the friend meet at Arnold’s, the local diner.
When Arnold gets the bad news that the diner is going to be closed, all the friends try and find the money to help Arnold.
In the meantime, Fonzie meets again Pinky, a wonderful girl, he fell in love in the past and they get engaged.
That is the plat but what is amazing is the colorful dancing, the striking actors and the nice atmosphere.

Valeria Liguoro III E 


IL CINEFORUM
      






  Il giorno 26 Novembre le classi I B, II A, III B hanno visto il film Storia di una ladra di libri, ambientato in Germania nel periodo della seconda guerra mondiale. Il film racconta di una ragazza orfana che viene adottata insieme al fratellino da una famiglia tedesca. Durante il viaggio purtroppo il fratellino muore. Lisen non sa né leggere né scrivere, però il padre adottivo le trasmette la voglia di imparare a farlo.
Questa storia ci ha fatto capire l’importanza della lettura e soprattutto ci ha insegnato che il male genera altro male.

Sabrina Ascione
Antonella Cirillo
Daniele Iodice
Mariafrancesca Magliulo
Annapia Rivieccio
Giulia Spagnuolo  

lunedì 12 gennaio 2015

ENGLISH VOICES 

FAIR PLAY CODE … for COACHES 

- To be reasonable when scheduling games and practices, remembering that players have other interests and obligations.
- To teach his/her players to play fairly and to respect the rules, officials and opponents.
- To ensure that all players get equal instruction, support and playing time.
- Not to ridicule or yell at his/her players for making mistakes or for performing poorly.
- To remember that players play to have fun and must be encouraged to have confidence in themselves.
- To make sure that equipment and facilities are safe and match the players’ ages and abilities.
-To remember that participants need a coach they can respect. To be generous with praise and set a good example.
- To obtain proper training and continue to upgrade my coaching skills.
- To work in cooperation with officials for the benefit of the game.

FAIR PLAY CODE ... for PARENTS

- Not to force his/her child to participate.
- To encourage his/her child to play by the rules and to resolve conflicts without resorting to hostility or violence.
- To teach his/her child that doing one’s best is as important as winning, so that his/her child will never feel defeated by the outcome of a game /event.
- Never ridicule or yell at his/her child for making a mistake or losing a competition.
- To remember that children learn best by example. 
– To applaud good plays by both my child’s team and their opponents.
- To respect and show appreciation for the volunteer coaches who give their time to provide hockey experiences for my child.


FAIR PLAY CODE   ... for PLAYERS

- I will play a sport because I want to, not just because others or coaches want me to.
- I will respect my opponents.
- I will control my temper – fighting and mouthing off can spoil the activity for everyone.
- I will do my best to be a true team player.
- I will remember that winning isn’t everything that having fun, improving skills, making friends and doing my best are also important.
- I will acknowledge all good plays / performances – those of my team and of my opponents.
- I will remember that coaches and officials are there to help me. I will accept their decisions and show them respect.

    A cura della III D

LE OLIMPIADI DELLA MATEMATICA

     Come ogni anno, i migliori alunni dell’I.C.S. Giampietro-Romano hanno preso parte alle prime selezioni delle Olimpiadi della matematica. Le Olimpiadi della matematica sono il modo più efficace che ci sia per dimostrare che la matematica è al centro di tutto e che, se ti applichi, puoi vincere un premio. Infatti, ogni volta che superi una prova, non solo sarai molto fiero di te, ma soprattutto vivrai un’esperienza meravigliosa che non tutti possono capire. Chi è inserito nella categoria C1 deve superare otto domande non molto difficili. 
Anche io inizialmente avevo paura, ma se potessi rivivere l’emozione di quel momento, lo farei altre cento volte!!! 

Martina Polese II B 

I PRIMI CLASSIFICATI 

Fitel Giulia 5 A
Falanga Gaetano 5 C
Liguoro Armando 5 C
Luigi Aurino II G
Simone Di Scala II G
Giovanni Ruotolo II G 
Formicola Sara III F
Panariello Michela III F
Raia Maria Carmela III F 

Approfondimento sull’Ebola

     Il virus Ebola è uno dei più letali al mondo. Prima d’ora è stato tenuto sotto controllo, ma adesso questo virus si sta diffondendo in modo particolare nei Paesi poveri. I sintomi sono le febbri emorragiche e i dolori muscolari. Ha un tasso di letalità elevato e pochi sono sopravvissuti all’Ebola.
   Secondo la definizione dell’International Commitee on Texonomy of Virus, il genere “Ebolavirus” è un raggruppamento di organismi che fanno parte della famiglia “Filoviradal”. Si conoscono cinque specie dell’EVD, la specie a cui qui si fa riferimento ha il nome di “Zaire Ebolavirus”. Il contagio avviene quando qualcuno tocca dei fluidi corporei di un individuo infetto ed ha un periodo di incubazione che va dai 2 ai 21 giorni. Questo virus si sta diffondendo perché le persone del terzo mondo, mangiando animali infetti, sono state a loro volta infettate.
 Questi primi individui hanno trasmesso il virus alle persone con cui sono venuti a contatto, diffondendo la malattia anche ai villaggi vicini.    Le persone che visitano i contagiati devono indossare tute isolanti per non consentire al virus di compiere il suo ciclo di vita nel loro corpo e quindi infettarsi.
   Obama ha dichiarato che i veri campioni del mondo non sono i calciatori famosi o altri giocatori ma i volontari che assistono i malati di E.V.D.
   Spero che i ricercatori trovino al più presto una cura certa per questo virus, che al momento è in fase sperimentale, perché se il contagio sussiste la popolazione potrebbe in poco tempo decimarsi.

Andrea Rivieccio II D

lo sport

È lo sport
che ci incita a giocare.
È lo sport
in cui c’è sana competizione.
È lo sport
in cui si vince.
È lo sport
in cui si perde.
Lo sport è amicizia e collaborazione,
ma il suo valore più importante è il gioco,
e lo sarà per sempre.
Gabriele Serpe I F


La danza non è solo uno sport, perché su quelle punte si tocca l’infinito. Noi conosciamo una ragazza che fin da bambina sognava di diventare un’insegnante di danza classica.
Lei ha sempre sognato di ballare, ma dopo averle diagnosticato una malattia alla schiena, smise di ballare e rinunciò al suo sogno.
Noi abbiamo deciso di scrivere questo articolo per farle capire quanto il suo sogno sia importante per lei e che non dovrebbe arrendersi senza aver  fatto di tutto per realizzarlo!
Fatima Cataldi e Flavia Lombardo III G

Carlotta era una ginnasta molto brava, ossessionata dall’idea di vincere. Quel giorno, alla gara, vi erano i suoi genitori e lei voleva dare il meglio di sé. Quando arrivò il turno della sua esibizione, Carlotta era agitatissima e il cuore le salì in gola, mentre guardava i suoi genitori che l’applaudivano  dagli spalti. La ragazza salì sulla trave, ma purtroppo alla fine cadde e vide soltanto buio. Si svegliò in ospedale. La circondavano le sue compagne che le avevano portato un mazzo di fiori. La abbracciarono tutte calorosamente e alla fine Carlotta sorrise. Aveva perso, ma stranamente non era dispiaciuta. Si sentiva libera e serena.
Era sconfitta ma felice!!
Maria Savova II A


                                Il ragazzo fortunato
     Vincenzo partecipava a molte gare e vinceva sempre. Un giorno conobbe Salvatore, un ragazzo che avrebbe partecipato alla sua stessa gara di corsa.
Salvatore era un po’ grassottello e quindi Vincenzo pensò che l’altro non aveva speranza di vincere.
Per tutta la settimana Vincenzo non si allenò perché era sicuro di vincere. Giunse il giorno della gara. Pronti, partenza, via!
Iniziarono a correre. Vincenzo, ancora convinto di vincere, correva lentamente, pensando che l’avversario fosse rimasto indietro, invece lo trovò  all’arrivo….                                                                       Francesca De Luca e Mariafrancesca Magliulo I B


Fin da quando avevo circa 8 anni volevo diventare un ciclista da freestyle.
Desideravo avere una bici da freestyle, cioè avere una bmx. A 10 anni chiesi ai miei genitori di comprarmene una e loro risposero che me la avrebbero regalata a patto di fare il bravo e di studiare, ma non avrei potuto usarla per il freestyle altrimenti me l’avrebbero sequestrata…
Francesco Pio Iacomino II A

                Un sogno proibito
Salve! Mi chiamo Luigi e oggi vi racconterò la mia storia: io dalla nascita non ho un braccio.
Mi sarebbe sempre piaciuto poter giocare a  golf e con il mio guadagno pagare la ricerca per i ragazzi come me. Non so come o quando il golf mi è entrato dritto nel cuore.
Io ho provato varie volte a pensare di non aver questo handicap, ma è una cosa indescrivibile, vorrei far vedere a tutti  la mia vita come sembra difficile e inutile.
Un giorno  bussò alla mia porta un allenatore di golf che mi disse di volermi veder giocare con la mano sinistra, così giocai e ce la feci. Voi vi chiederete come ho  fatto  a non  cadere  in depressione e vi risponderò: “è soltanto la forza di un sogno proibito!”
                                                                                                                Simone Di  Scala II G
                                                                                                      

Lo sport e i suoi valori
Tra i valori dello sport,
la sconfitta e la vittoria
son importanti
tra le menti
delle genti.
Ma i valori più importanti,
secondo me,
sono
il gioco
e
la competizione
che
divertono e
fanno far nuove Amicizie.                                                                                            
  Anna Diana Luccio I F