Cari
potenti della terra,
mi
chiamo Diana, sono una bimba di dieci anni e vivo a Torre del Greco. Vi chiedo
di tornare bambini come me, così sicuramente farete delle cose belle per il
mondo. Noi bambini sappiamo che dentro siamo tutti uguali. Anche se fuori
possiamo avere il colore della pelle diverso, ognuno di noi ha un cuore che
batte allo stesso modo: i bambini poveri dell’Africa che non hanno nulla da
mangiare e da bere sono uguali ai vostri figli che sono più fortunati e non
vogliono più bere acqua ma soltanto coca cola. Dovete capire che solo voi
potete cambiare le cose e lo dovete fare oggi. Il futuro siamo noi e vi
assicuro che vivremo meglio quando non ci sarà più chi muore di fame o di
malattie.
Con
tanta speranza,
Diana V A
Illustre
Santità,
Le
scrivo di preciso non lo so neanche io il perché, ma so con certezza che Lei è
la persona più adatta per parlare di molti problemi.
Lei
da solo non può fare niente, lo so, ma io penso che, se farà il primo passo, in
molti imiteranno questo gesto.
A
scuola le maestre si impegnano per far crescere in noi bambini la maturità,
perché noi che siamo il futuro del mondo dobbiamo dire di no! No ai molti
problemi, no alla violenza sulle donne, no alla crisi, no alle armi dell’uomo
sulla natura, sull’acqua e persino sugli altri esseri viventi.
Ma
non solo.
Dobbiamo
anche capire l’importanza della vita che a volte viene tolta e strappata per
via della guerra, per vendetta e per un
amore violento o falso o per soldi.
Nell’attesa
di una Sua risposta,
Le
porgo i miei più rispettosi saluti.
Anna
Bigonce V A
Illustrissimo
Presidente degli Stati Uniti,
sono
Rosa Mennella e ho 10 anni e le scrivo questa lettera per dirle che noi bambini
siamo stufi di sentire che nel mondo c’è la guerra e milioni di innocenti muoiono
senza alcun motivo. Ogni volta che ci voltiamo nel tentativo di vedere una scia
di pace, vediamo solo morte e distruzione.
Noi
bambini vorremmo vivere sotto il segno della fratellanza, dell’amicizia,
dell’amore e della gentilezza, i sentimenti chiave che guideranno l’umanità
verso un mondo migliore dove non ci saranno odio, cattiveria, gelosia e
arroganza. Soltanto così, quando ci volteremo dietro di noi, ci sarà una scia
di pace.
Visto
che il Natale si sta avvicinando, noi bambini speriamo che il nostro desiderio
di pace venga soddisfatto e che potremo vivere sotto il segno della
fratellanza. A che serve il Natale se non a mettere un po’ di pace nei nostri
cuori?
Spero
che questa mia lettera non sia uno spreco di tempo e fatica.
Nell’attesa
di una sua risposta, le porgo i miei più egregi saluti.
Rosa
Immacolata Mennella V A
Caro
Signor Presidente Obama,
mi
chiamo Raffaele e sono un bambino di 10 anni e frequento la V elementare. Vivo
in Italia a Torre del Greco, provincia di Napoli. Ti scrivo per chiederti una
cosa: “Ci dai una mano per risolvere la crisi del nostro Paese?”.
Qui
il lavoro è pochissimo e i nostri genitori devono fare molti sacrifici per noi.
Purtroppo quando manca il lavoro, ci sono molti problemi e i grandi sono tristi
e a volte non hanno voglia di giocare o sorridere con noi perché hanno altro da
pensare.
Mi
sembra che ci sia sempre differenza tra ricchi e poveri. Sarebbe bello aiutare
chi non ha una casa o soldi per vivere.
Perché
chi sta al potere non può dividere i suoi guadagni con i bisognosi? E perché
chi lavora tanto deve guadagnare meno di loro? Anche tu sei stato bambino e
avevi tanti desideri: forse nuovi giocattoli o una bella città piena di verde o
parchi giochi. Anch’io desidero ciò, ma il mio desiderio più grande è che tutti
possano vivere senza problemi e in serenità
perché a volte è più bello vedere un genitore sorridere che ricevere un
giocattolo.
Ti
lascio, ma aspetto una tua risposta.
Raffaele
Ammendola V A