di Rosa Medio
L’altro giorno stavo navigando su you-tube e
all’improvviso ho guardato un video dal
titolo La
corda.
Raccontava di un bimbo disabile di circa 10 anni, che viene inserito in una
nuova classe con nuovi compagni.
Il
bimbo era seduto su una carrozzina e non poteva parlare, non poteva muoversi,
non poteva camminare. Non
poteva fare nulla.
Durante la ricreazione la classe va in
cortile e mentre tutti giocano con la palla e con la corda lui viene lasciato
al sole da
solo.
Una sua compagna di classe, di nome Maria, ad
un certo punto gli si avvicina e comincia a parlargli. Da quel momento Maria si
rende conto che quel bambino non potrà mai giocare e così si allontana dai
compagni e comincia ad inventare nuovi
modi di giocare per lui, usando delle corde con cui gli fa muovere le gambe per
calciare il pallone e le mani per far volare l’ aquilone.
I due diventano tanto amici e lui finalmente sorride. Maria ha saputo donare all’amico la
gioia della vita usando l’amore del suo cuore e lei lo ricorderà anche da grande….
quando diventerà un’insegnante, quando ormai lui sarà volato al cielo come un
angelo.
Nella mia classe anche io ho una compagna
diversamente abile e guardando il gesto di Maria ho pensato a lei, perché
vorrei aiutarla di più, perché quando faccio qualcosa insieme a lei la sento
felice e in quel momento sono felice anch’io, mi
sento fiera di me.
Da grande mi piacerebbe tanto aiutare i
“diversamente abili” e magari come Maria… diventare un’insegnante di
sostegno.